PIEMONTE E VALLE D’AOSTA – ITINERARI PAESAGGISTICI, STORICI E CULTURALI


itinerari inseriti nel nostro tour “Capodanno in Piemonte e Valle d’Aosta”

MUSEO EGIZIO – TORINO: La storia del Museo

Il Museo Egizio è il più antico museo del mondo dedicato interamente alla cultura egizia. Scoprite le tappe fondamentali della sua formazione, dalla nascita della collezione fino ai giorni nostri. A partire dalla sua fondazione (1824), il Museo Egizio ha avuto sede nel palazzo denominato “Collegio dei Nobili”, costruito su disegno di Michelangelo Garove dal 1679, in cui furono esposte le prime antichità, della collezione Drovetti, acquistate dal re Carlo Felice. L’edificio, grazie ad interventi di Giuseppe Maria Talucchi e Alessandro Mazzucchetti, fu ampliato e adeguato alla nuova destinazione d’uso nella seconda metà dell’800. Già nel 1832, comunque, il Museo aprì al pubblico. Oltre alle antichità egiziane, erano presenti anche reperti romani, preromani e preistorici, insieme ad una sezione di storia naturale. L’edificio era (ed è tuttora) condiviso con l’Accademia delle Scienze. Dopo un’iniziale sistemazione nella parte opposta dell’edificio, la Galleria dei Re, o Statuario, fu spostata nelle sale attuali. Nel corso dell’ ‘800, inoltre, il Regio Museo di Antichità ed Egizio acquisì anche alcune collezioni minori da privati o tramite scambi con altri musei. Tra il 1903 e il 1937 gli scavi archeologici condotti in Egitto da Ernesto Schiaparelli e poi da Giulio Farina portarono a Torino circa 30.000 reperti. Il Museo ebbe una prima risistemazione delle sale nel 1908 e una seconda, più importante, nel 1924, con la visita ufficiale del Re. A tal proposito, per sopperire alla mancanza di spazio, Schiaparelli ristrutturò la nuova ala del Museo (chiamata poi “ala Schiaparelli”), nella quale espose reperti provenienti da Assiut e Gebelein. Ulteriori ristrutturazioni e adattamenti avvennero negli anni ‘30 (con l’installazione della Pinacoteca) e alla fine degli anni ‘80, (con la nuova sistemazione dell’Ala Schiaparelli). Particolarmente importante fu l’opera di ricomposizione del tempietto rupestre di Ellesiya donato dal Governo Egiziano in riconoscimento dell’aiuto italiano nel salvataggio dei templi nubiani minacciati dalle acque della diga di Assuan. Per il trasferimento a Torino la struttura fu tagliata in 66 blocchi e poi inaugurata il 4 settembre 1970. GUARDA IL VIDEO

AOSTA

Un vero e proprio villaggio alpino nel cuore della città di Aosta contornato dalle antiche pietre del Teatro romano, dal calore del legno, delle luci e degli addobbi di magici e ricchi chalet. E’ questa la suggestiva veste del Marché Vert Noël apre le porte al pubblico offrendo, oltre alla magia di un Natale tutto alpino, un ricco programma di eventi e animazioni. Affermatosi tra i Mercatini di Natale più amati del Nord Italia, con migliaia di visitatori ogni anno, il Marché tuffa il visitatore in un’atmosfera unica, all’interno di fantastico villaggio tra piazzette, panchine, viottoli, tavoli e panche per sedersi, falò, sali e scendi e permette al visitatore di “perdersi” piacevolmente tra oltre 50 chalet ricchi di produzioni artistiche locali, prodotti enogastronomici DOC e DOP, artigianato locale, sapienti manufatti tra cui scegliere. I Mercatini di Natale di Aosta, il Marché Vert Noël, è organizzato in uno scenario unico e magnifico: Area archeologica del Teatro Romano. Gli chalet, offrono prodotti artigianali e gastronomici e sono inseriti in questo scenario unico che appare ancora più magico con lo scendere della sera e l’illuminazione delle antiche rovine. GUARDA IL VIDEO

 

LA FORTEZZA DI BARD

Il Forte di Bard, complesso monumentale rimasto pressoché intatto dal momento della sua costruzione, rappresenta uno dei migliori esempi di fortezza di sbarramento di primo Ottocento. La piazzaforte è costituita da tre principali corpi di fabbrica, posti a diversi livelli, tra i 400 e i 467 metri: dal più basso, l’Opera Ferdinando, a quello mediano, l’Opera Vittorio, e al più alto, l’Opera Carlo Alberto per un totale di 283 locali. L’Opera Ferdinando si presenta a forma di tenaglia ed è costituita da due corpi di fabbrica, l’Opera Ferdinando Inferiore e l’Opera Ferdinando Superiore all’interno del quale è ubicato il Museo delle Fortificazioni e delle Frontiere. L’Opera Mortai, collocata alle sue spalle, e l’attigua Polveriera ospitano i locali destinati ai laboratori didattici e sono adibiti anche a mostre temporanee. A circa metà della rocca sorge l’Opera Vittorio, che ospita Le Alpi dei Ragazzi, un percorso interattivo interamente dedicato ai più giovani di avvicinamento all’alpinismo. Al culmine del rilievo, la più imponente delle tre opere è formata da una cinta su cui si appoggiano tutti i fabbricati e che racchiude al suo interno l’Opera di Gola, con il relativo cortile, posta a difesa del lato sud, e l’Opera Carlo Alberto (foto in alto) con il grande cortile quadrangolare della Piazza d’Armi, circondato da un ampio porticato. Il primo piano dell’Opera ospita il Museo delle Alpi. Al pianterreno, lungo il Deambulatorio che si affaccia sulla grande Piazza d’Armi, si affacciano gli spazi dedicati alle mostre temporanee (Cannoniere, Cantine, Corpo di Guardia) e lo spazio Vallée Culture. GUARDA IL VIDEO

COURMAYEUR

Courmayeur: alle pendici del Monte Bianco, è sede dal 1850 della prima società di Guide Alpine italiana. Il nome di Courmayeur ha fatto il giro del mondo grazie alla varietà e alla spettacolarità delle sue piste da sci. Non solo. Sul Pavillon du Mont Fréty – 2.173 metri –  si può persino giocare a golf sulla neve, un percorso a cinque buche nel panoramico Driving Range. Località leggendaria, Courmayeur, come Rhémy de Noël, il Babbo Natale del Monte Bianco che diventa per i bambini il protagonista del Natale a Courmayeur. L’8 dicembre grande festa per il “Welcome Winter” con l’accensione dell’Albero di Natale, fuochi d’artificio e musica. GUARDA IL VIDEO

OROPA

Il santuario di Oropa è un santuario mariano – dedicato alla Madonna Nera – situato una dozzina di chilometri a nord della città di Biella, a circa 1.159[1] metri di altitudine, in un anfiteatro naturale di montagne che circondano la sottostante città e fanno parte delle Alpi biellesi. Il santuario comprende oltre, ad un Sacro monte (il Sacro Monte di Oropa), la chiesa originaria sorta sulla base di un antico sacello ed il santuario attuale vero e proprio dotato di diverse strutture destinate all’ospitalità di fedeli e turisti. Dal santuario è possibile raggiungere il rifugio Savoia(quota 1900 m circa) e da qui, in pochi minuti, il Lago del Mucrone sul monte omonimo. Una cestovia arriva dal rifugio Savoia fino alla cima del monte Camino, a circa 2.400 metri di altitudine. Nel marzo del 1957 papa Pio XII l’ha elevato alla dignità di basilica minore. Come parte del sistema dei Sacri Monti del Piemonte e della Lombardia, il Sacro Monte di Oropa è stato dichiarato nel 2003 patrimonio dell’umanità dell’UNESCO. GUARDA IL VIDEO

MONTE BIANCO

Il Monte Bianco (Mont Blanc in francese e in arpitano) è una montagna situata nel settore delle Alpi Nord-occidentali, lungo la sezione alpina delle Alpi Graie, sulla linea spartiacque tra la Valle d’Aosta (val Veny e val Ferret in Italia) e l’Alta Savoia (valle dell’Arve in Francia), nei territori comunali di Courmayeur[1] e Chamonix, che dà il nome all’omonimo Massiccio del Monte Bianco, appartenente alla sottosezione delle Alpi del Monte Bianco. Con i suoi 4.808,72 m d’altezza (ultima misura ufficiale il 13 settembre 2017) è la montagna più alta delle Alpi, d’Italia, di Francia e in generale dell’Europa se si esclude il Caucaso[3]: da qui il suo soprannome di Re delle Alpi. Condivide assieme al monte Elbrus nel Caucaso un posto tra le cosiddette Sette Sommità del Pianeta. Prevalentemente di natura granitica, irta di guglie e di creste, intagliata da profondi valloni nei quali scorrono numerosi ghiacciai, è considerata una montagna di grande richiamo per l’alpinismo internazionale[5] e, da un punto di vista della storiografia alpinistica, la nascita dell’alpinismo stesso coincide con la data della sua prima ascensione: l’8 agosto 1786. GUARDA IL VIDEO

PALAZZINA DI CACCIA DI STUPINIGI (Patrimonio dell’Unesco)

Residenza Sabauda per la Caccia e le Feste edificata a partire dal 1729 su progetto di Filippo Juvarra, la Palazzina di Caccia di Stupinigi è uno dei gioielli monumentali di Torino, a 10 km da Piazza Castello, in perfetta direttrice. Costruita sui terreni della prima donazione di Emanuele Filiberto all’Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro (1573), è oggi proprietà della Fondazione Ordine Mauriziano, un ente governativo dedicato alla sua conservazione e valorizzazione. Riaperta al pubblico dopo importanti lavori di restauro, la Palazzina di Caccia -fra i complessi settecenteschi più straordinari in Europa- ha piena dignità museale con i suoi arredi originali, i dipinti,i capolavori di ebanistica e il disegno del territorio. La costruzione della Palazzina di Caccia inizia nel 1729 su progetto di Filippo Juvarra, e continua fino alla fine del XVIII sec. con  interventi di ampliamento e completamento di Benedetto Alfieri e di altri architetti quali Giovanni Tommaso Prunotto, Ignazio Birago di Borgaro, Ludovico Bo, Ignazio Bertola. Testimonianza eccezionale dello spirito del tardo Juvarra e di Benedetto Alfieri, si specchia e ritrova nel rococò internazionale delle residenze reali europee. È luogo di loisir per la caccia nella vita di corte sabauda, sontuosa e raffinata dimora prediletta dai Savoia per feste e matrimoni durante i secc. XVIII e XIX, nonché residenza prescelta da Napoleone nei primi anni dell’800. Agli inizi del XX secolo è scelta come residenza dalla Regina Margherita, e dal 1919 è anche sede del Museo dell’Arredamento. Costituisce l’elemento eminente del patrimonio storico-artistico mauriziano. GUARDA IL VIDEO

RICETTO DI CANDELO

Il ricetto di Candelo è una architettura di epoca medievale di Candelo, in Piemonte. Il ricetto è in genere una struttura fortificata protetta all’interno di un paese dove si accumulavano i beni (foraggi, vini, etc.) del signore locale o della popolazione e dove, occasionalmente, si ritirava la popolazione stessa in caso di attacchi dall’esterno. Quello di Candelo è uno degli esempi meglio conservati di questo tipo di struttura medievale presente in diverse località del Piemonte ed in alcune zone dell’Europa centrale.[1] Sorge nel comune di Candelo, in provincia di Biella. Al pari di altri ricetti, quello di Candelo non risulta essere mai stato destinato a uso di abitazione stabile. Tuttavia, al pari di altri – per le sue origini economiche, storiche, collettive e democratiche ante-litteram – è stato oggetto di approfonditi studi storici ed architettonici. In virtù della sua posizione, da esso si gode una vista panoramica sull’intero comprensorio delle Prealpi biellesi, a nord, e verso il Baraggione (vedi Riserva naturale orientata delle Baragge) in direzione sud….GUARDA IL VIDEO


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